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All’interno della Cattedrale, all’incrocio fra la navata ed il transetto, troviamo un pavimento in stile cosmatesco, risalente al XII secolo. Un coloratissimo tappeto marmoreo realizzato accostando tessere policrome, per formare una geometria di cerchi e linee che copre l’intera estensione del recinto presbiteriale e dell’area sottostante la cupola.
Facciata della Cattedrale, colonna destra del portale maggiore. Realizzata da Maestranze pisane nella metà del XII secolo. Di dimensioni monumentali, ha la superficie completamente lavorata a rilievo con motivi fitomorfi, intricati fasci di foglie, fiori e frutti.
Paramento murario della Cattedrale, frammento di iscrizione risalente alla prima metà del II secolo dopo Cristo. Si tratta di un probabile riutilizzo di marmi provenienti da altri edifici monumentali dell’antichità classica, che dimostrano come Pisa ambisse ad essere riconosciuta come seconda Roma.
Nel recinto presbiteriale del Battistero, proprio alle spalle della grande vasca ottagonale per la somministrazione del Battesimo, troviamo un bellissimo pavimento realizzato nel tredicesimo secolo da Maestranze islamiche. Il pavimento costituisce un’ulteriore prova dei contatti di Pisa con il Mediterraneo: la cultura di matrice islamica ed orientale è evidente nelle geometrie e nei complicati intrecci di questi marmi policromi.
Interno del Battistero, “Pulpito” scolpito nel 1260 da Nicola Pisano, particolare della scena raffigurante la Natività. Richiamandosi probabilmente al sarcofago di Fèdra, oggi esposto nel Camposanto, Nicola ritrae la Madonna reclinata, la posa ed il volto aulici, di memoria classica. Nel marmo sono minuziosamente descritte le pieghe del panneggio che la copre, così come le vesti di tutti i personaggi che affollano la scena.
Della grande collezione di sinopie esposte nell’omonimo museo, qui si mostra il dettaglio di una grandiosa scena che, dipinta da Bonamico Buffalmacco nel 1336, raffigura il “Giudizio Universale”. Un angelo sospinge uno dei personaggi della scena verso la schiera dei beati, mentre sul lato destro Lucifero, nell’Inferno, si nutre dei corpi dei dannati.
Transetto meridionale della Cattedrale, “Porta di San Ranieri”, opera di Bonanno Pisano eseguita alla fine del XII secolo. Dei due grandi battenti bronzei qui si mostra il particolare di una delle venti scene del Nuovo Testamento, l’”Annunciazione”. La Madonna, racchiusa in un’architettura, è in piedi, eretta, davanti al suo sedile. Gabriele, alla destra della scena, è rivolto verso di lei e le porge una benedizione alla maniera latina, con il braccio piegato. Al di sopra, l’iscrizione ‘AVE MARIA GRAZIA PLENA’.
Alla congiunzione delle arcate interne ed esterne del Camposanto campeggiano ben 178 rilievi immurati: si tratta di telamoni, protomi e figure animali, muti osservatori che mostrano il volto in posizione frontale o di scorcio. Qui ci troviamo all’interno del Camposanto, nell’angolo sud ovest: un giovane dalla folta capigliatura ed una coppia di uomini, identificati nell’epoca e nel ruolo sociale dal copricapo. L’autore è chiamato Maestro delle Teste Binate e ha contribuito a questo silenzioso programma decorativo del Camposanto nel quattordicesimo secolo.
Nella estesa, compatta, superficie marmorea del Camposanto, che delimita a nord il perimetro della piazza, fanno capolino alcuni elementi scultorei di ridotte dimensioni e dislocati secondo un apparente illogico progetto. Si tratta di piccoli volti o di raffigurazioni antropomorfe che molto ci raccontano sulle fasi costruttive dell’edificio, segnalando la presenza nel cantiere di maestranze che proprio con queste figure sono identificabili. Questo è uno dei piccoli volti scolpiti nella prima metà del XIII secolo, un rilievo su un concio che interrompe la liscia superficie bianca del Camposanto.
Nella estesa, compatta, superficie marmorea del Camposanto, che delimita a nord il perimetro della piazza, fanno capolino alcuni elementi scultorei di ridotte dimensioni e dislocati secondo un apparente illogico progetto. Si tratta di piccoli volti o di raffigurazioni antropomorfe che molto ci raccontano sulle fasi costruttive dell’edificio, segnalando la presenza nel cantiere di maestranze che proprio con queste figure sono identificabili. Questo è uno dei piccoli volti scolpiti nella prima metà del XIII secolo, un rilievo su un concio che interrompe la liscia superficie bianca del Camposanto.
Nel progetto decorativo del Camposanto, nell’alternanza dei grandi maestri che si sono avvicendati a dipingere a fresco le storie bibliche sulle lunghe pareti interne, si inserisce l’intervento di Benozzo Gozzoli, che nel corridoio nord, intorno al 1470, realizzò questa scena, “La costruzione della torre di Babele”. Il particolare ritrae un gruppo di spettatori nell’atto di osservare i personaggi intenti all’alacre costruzione della poderosa torre.
Al di sopra del portale di ingresso del Camposanto troneggia un maestoso gruppo scultoreo, racchiuso in una complessa architettura di matrice gotica: si tratta del “Tabernacolo” scolpito da Lupo di Francesco nel 1313, all’epoca dell’operaio Giovanni Rossi, probabilmente la figura di laico genuflesso ai piedi della Madonna. Il tabernacolo, con la sua articolata composizione architettonica e scultorea, interrompe la pacata monotonia della facciata del Camposanto e dialoga con le architetture della piazza, più spiccatamente tridimensionali.
Fra le tombe monumentali che si trovano nel Camposanto pisano, questa è forse una delle più affascinanti. Nel corridoio ovest troviamo infatti il monumento funebre a Fabrizio Massotti, matematico fisico e astronomo italiano, morto a Pisa nel 1863. La tomba fu realizzata qualche anno dopo da Giovanni Dupré, che in onore alla fama del defunto, pose sul sarcofago di marmo una seducente figura femminile che rappresenta proprio la Scienza.
Interno della Cattedrale, “Pulpito” di Giovanni Pisano, 1305-1310. Nel particolare della scena della scena della Crocifissione, i personaggi mostrano cariche espressioni di dolore e la Madonna, sorretta nell’atto di svenire, si abbandona fra le braccia dei dolenti.
Ci troviamo davanti al portale di ingresso della Torre pendente. Sul paramento murario del primo ordine campeggia un bassorilievo, che raffigura due navi ed un faro. Scolpito da Biduino alla fine del XII secolo, il rilievo richiama la fortuna di Pisa repubblica marinara e le sue spedizioni in tutto il mediterraneo.